Tre film compongono questa saga cinematografica con protagonista Ben Stiller.
"Una notte al museo"
Larry Daley, un padre separato in cerca di lavoro ormai da tempo, si ritrova a fare il guardiano notturno al museo di Storia Naturale di New York. Con grande meraviglia scopre però che il museo non è come tutti gli altri: qui c'è un'antica tavola egiziana che riporta in vita ogni notte tutti gli oggetti al suo interno.
"Una notte al museo 2 - La fuga"
Sono passati due anni da quando Larry ha lasciato il posto di guardiano notturno per entrare nel mondo degli affari grazie alle sue invenzioni. Di passaggio al museo, viene a sapere che molti pezzi stanno per essere trasferiti agli archivi federali dello Smithsonian museum per fare spazio alle nuove trovate tecnologiche. In teoria non c'è nulla di cui preoccuparsi, perché la magica tavola è uno di quei pochi oggetti che rimarranno nel museo. Peccato però che la birichina scimmia cappuccina Dexter la prenderà e questo creerà una marea di guai, visto che lo Smithsonian museum è il più grande complesso di musei al mondo con al suo interno più di 140 milioni di pezzi.
"Notte al museo 3 - Il segreto del faraone"
La vita notturna del museo di Scienze Naturali di New York non è più un segreto per il mondo e tutti credono erroneamente che i pezzi hanno vita propria solo grazie ad effetti speciali. Il Faraone Ahkmenrah si accorge però che la tavola lentamente si sta corrodendo e subito dopo si notano infatti delle stranezze negli atteggiamenti dei pezzi viventi del museo. Spetterà a Larry trovare una soluzione e per farlo dovrà dirigersi a Londra, precisamente al British Museum, dove qui si trovano i genitori del Faraone, gli unici che possono sapere qualcosa su come risolvere il problema legato all'incredibile tavola.
Il primo film è senza dubbio quello che rimane più vivido nella memoria ed infatti mi è piaciuto tantissimo.
Il secondo si differenzia dagli altri per la quantità di nuovi personaggi introdotti e per alcune battute che rasentavano il demenziale.
Il terzo è quasi alla pari del primo in termini di piacevolezza, perché conclude felicemente la trama iniziata con quello e, soprattutto, perché hanno tutti e due in comune quella semplicità nelle battute e negli sketch che fa ridere senza scendere nel ridicolo.

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